Attenti, arriva il mostro

Scrivere di lui mi suona strano “ora” ma sono convinta che per te Giuli, scoprire schegge di Tizi attraverso i ricordi di chi lo conosceva, possa essere un buon modo per sentirlo ancora vicino, ed eccomi qui.
Ho molti aneddoti da raccontare, la maggior parte di questi, come puoi ben immaginare, ti saranno famigliari. Tra i tanti vorrei iniziare con un momento che aveva una scadenza ciclica ben definita, si presentava ogni anno, un ricordo dal sapore famigliare.
Ad ogni vigilia di Natale era nostra abitudine riunirci a casa mia per il famigerato “cenone”, non tanto per celebrare l’evento religioso in se ma perché nel tempo era una diventata una nostra tradizione di famiglia. Si passava la giornata a cucinare pietanze particolari e a fine cena, dopo una lunga serie di portate, ero solita preparare un dolce: un pandoro tagliato ad anelli e sistemato come a formare un alberello. Una crema al mascarpone colava giù per le punte posizionate in modo alterno e donava un effetto decorativo a cascata. Tizi, la prima volta che lo vide, lo chiamò “mostro”, evidentemente l’aspetto lo aveva colpito e da quella volta il nostro “mostro” ritornò tutti gli anni per quella ricorrenza. Si divertiva a prendermi in giro e giocava a criticare la mia cucina poi, al momento di servire l’ultima portata, mi chiedeva: “Hai preparato il mostro?” beh, non poteva mancare! Sono sicura che in fondo gli piacesse davvero. Il mio caffè invece sono certa che non gli piacesse per niente e non mancava certo di farmelo notare ogni volta.

Da quando Tizi ci ha lasciato, nessun “mostro” è comparso più sulla nostra tavola.

Autore: La Tizi

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